L’addio di Fabio Fazio alla Rai, dopo una carriera lunga decenni, ha purtroppo il sapore della cacciata. E questo non va bene.

L’addio di Fabio Fazio alla Rai, dopo una carriera lunga decenni, ha purtroppo il sapore della cacciata. E questo non va bene.
Qui non è un fatto di gusti, di chi ci sta più o meno simpatico. Da tanti anni, “Che tempo che fa” è tra i programmi più seguiti: insomma funziona, sia televisivamente che per l’azienda di Stato.
Eliminare dal servizio pubblico, che dovrebbe essere plurale per definizione, voci non allineate fa male alla democrazia e fa male anche alla Rai.
Compiacersene in modo volgare, come ha fatto Salvini con il suo arrogante commento contro Fazio e Littizzetto (“Belli ciao”), è poi particolarmente squallido.
E, quel che è peggio, conferma il sospetto: è stata un’epurazione.

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