88%: più che il risultato di Putin alle “elezioni” russe, è la misura dell’arroganza del potere e insieme del suo distacco dalla realtà.

88%: più che il risultato di Putin alle “elezioni” russe, è la misura dell’arroganza del potere e insieme del suo distacco dalla realtà. Come se una simile smaccata affermazione di forza non tradisse in realtà la paura. Come se non bastassero l’eliminazione – anche fisica – dell’opposizione, il bavaglio ai media, l’uso politico della polizia.
Il risultato, comunque, non cambia. Putin cementa la sua presa sulla Russia, estendendo di almeno altri sei anni il suo dominio, iniziato nel 2000. La stretta del suo regime si farà ancora più feroce. Ci sarà ancora meno spazio per il dissenso, come già si è visto negli arresti tra coloro che hanno osato portare al seggio una qualche forma di protesta.
“Tutti i piani grandiosi che abbiamo pensato saranno attuati”, ha proclamato ieri. Stasera Putin celebrerà la sua vittoria nel decennale dell’annessione della Crimea, primo tempo dell’invasione dell’Ucraina. C’è davvero di che essere preoccupati.

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