A 22 anni di distanza da quel giorno di dolore e paura, resta vivo l’impegno contro ogni forma di violenza e terrore, contro ogni tentativo di attaccare la nostra libertà faticosamente conquistata e mai abbastanza sicura.

22 anni fa, l’11 settembre 2001, ero a Washington, per una visita alla Casa Bianca con la Regione Veneto. Ricordo bene l’angoscia per l’aereo dirottato contro il Pentagono, l’evacuazione, la paura collettiva.
Ma più in generale, nessuno di noi ha dimenticato quelle ore terribili, quando due aerei furono fatti schiantare sulle Torri Gemelle di New York. Dalle macerie di quell’attentato spaventoso, che provocò migliaia di morti e mise in ginocchio l’America, uscimmo diversi. Più disillusi forse, ma anche più consapevoli dei rischi che correvano le nostre democrazie.
A 22 anni di distanza da quel giorno di dolore e paura, resta vivo l’impegno contro ogni forma di violenza e terrore, contro ogni tentativo di attaccare la nostra libertà faticosamente conquistata e, ormai lo sappiamo bene, mai abbastanza sicura.

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