Variati sfida Zaia: “Che modello di Veneto, in Europa o contro?”

La dichiarazione dell’europarlamentare Achille Variati:

“In pochi giorni il mondo leghista veneto ha espresso due voci così diverse da essere inconciliabili. È una dinamica che interpella il Veneto, la sua economia, la sua società: vogliamo costruire futuro o inseguire sirene nostalgiche? E a cui non dovrebbe sottrarsi Zaia, che per il suo ruolo e il suo carisma non può non esprimersi sul modello di sviluppo per la nostra regione: integrazione europea o isolamento passatista?
L’altro giorno il segretario regionale del partito, Alberto Stefani, si è detto “felicissimo” della presenza all’adunata leghista di Pontida di Marine Le Pen, leader della destra estremista francese. Oggi Manuela Dal Lago, voce storica e potente della Lega delle origini, spara ad alzo zero contro Salvini. Dicendo che la sua Lega ha tradito la missione autonomista, che è diventata un partito di estrema destra. E contestando la presenza di Le Pen in modo inequivocabile: “Che c’azzecca la Lega coi fascisti?”.
È interessante che nella sua intervista Dal Lago chiami in causa Zaia. Il presidente del Veneto, dice, avrebbe dovuto e dovrebbe scendere in campo per strappare a Salvini la leadership della Lega, rimettendola sui binari storici.
Faccio lo stesso ragionamento su una scala più ampia, regionale. È il Veneto a dover decidere se è ancora disposto a seguire l’avventurismo demagogico del sovranista Salvini. È il Veneto che deve decidere il proprio futuro: in Europa o da soli? È un tema molto concreto, anche dal punto di vista economico. Il Veneto (il Nord) locomotiva dello sviluppo italiano non può permettersi di perdere tempo dietro agli estremismi e alla demagogia. Ha bisogno di più integrazione, non di orgogliosa solitudine: integrazione nei trasporti, nelle infrastrutture, nella ricerca, nella formazione, nel mercato del lavoro.
Zaia, che dici?”

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