La splendida vittoria in Sardegna non deve illuderci: rischiamo di pagare un alto prezzo per le divisioni del centrosinistra rispetto all’unità del centrodestra.

La splendida vittoria in Sardegna non deve illuderci: rischiamo di pagare un alto prezzo per le divisioni del centrosinistra rispetto all’unità del centrodestra. Proprio come è stato per le Politiche. La destra non ha la maggioranza assoluta dei consensi: partiti e movimenti contrari a Meloni e soci avrebbero più voti, ma non riescono a metterli assieme. Non ci riescono stabilmente PD, M5S e sinistra, e figuriamoci con i centristi di Calenda e Renzi: sono poche le eccezioni (spesso di successo).
Tra queste diverse anime del mondo progressista e anti-conservatore, è ovvio, ci sono differenze anche importanti. Ma pensate che a destra non ci siano? Tra Forza Italia e FdI? Tra Meloni e Salvini? Tra centralismo e federalismo? Tra europeismo ed euroscetticismo? Ma a destra accettano la logica per cui, se vuoi governare, devi farlo anche cercando e trovando un terreno comune. A sinistra preferiamo poter dire che siamo puri e che non facciamo compromessi… una medaglietta poco utile, se poi si consegna il Paese a una parte politica verso la quale la distanza è ben maggiore rispetto alle distanze interne al mondo progressista!

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