Si può morire sul lavoro? No, non si può.

Si può morire sul lavoro? No, non si può.
Eppure in Italia succede, e con una frequenza che è davvero inaccettabile. La strage degli operai ferroviari travolti da un treno nel Torinese, mentre lavoravano sui binari, oggi domina i giornali. Ma è solo l’ultimo, terribile episodio di una catena senza fine di morti bianche che macchiano il nostro Paese e interpellano con urgenza le nostre coscienze.
Il più giovane dei morti di Torino aveva 22 anni. Il più grande 52. Erano dipendenti di Sigifer, un subappaltatore esterno di Rfi. Ora starà alle autorità indagare sulle cause dell’incidente. Ma, come denunciano oggi i sindacati, la realtà è quella di procedure di sicurezza che si basano su tecnologie vetuste e sono troppo vulnerabili all’errore umano. E questo è davvero inaccettabile, perché significa che i giusti investimenti in sicurezza – specie nella nostra epoca dell’informazione in tempo reale – avrebbero potuto salvare le vite di queste persone, e di tante altre prima di loro.

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